Camminata verso la Sughereta, per scongiurare lo scempio!

Questa camminata ci aiuta ad avvicinarci un po’ nella nostra preziosa Riserva Naturale della Sughereta di Pomezia.

Cosa vediamo intorno a noi? Dove ci troviamo? In un bosco o in una foresta? Qual è la differenza? Il bosco è fatto da un terreno coperto da alberi prevalentemente d’alto fusto, arbusti ed erbe, le cui crescite sono solitamente controllate dall’uomo. Invece, la foresta è una superficie di terreno coperta soprattutto da alberi d’alto fusto che crescono spontaneamente, la cui crescita non è controllata dall’uomo. Qui ci troviamo infatti in un bosco misto di querce ed in particolare la protagonista di questa Riserva è la Quercus suber, detta da tutti la sughera, infatti, pensate che oggi la Sughereta di Pomezia è uno dei pochissimi esempi rimasti di questo habitat.

 In passato, è riuscita a sopravvivere all’agricoltura, alla pastorizia e allo sviluppo della città di Pomezia, dopo la bonifica, fino allo sviluppo attuale. Ovviamente, qui dove ci troviamo, non abbiamo solo ed esclusivamente la sughera, ma anche tantissime altre specie che vivono e creano questa bellissima casa! Pensate che tanto tempo fa questo tipo di habitat si estendeva per molti km, poi con l’aumento della popolazione di Roma e soprattutto dopo la bonifica, i terreni sono stati destinati a famiglie di Coloni, provenienti dall’estero e da altre parti del nord d’Italia, dando il via allo sviluppo dell’agricoltura. Dopo gli anni sessanta è iniziata, con la Cassa del Mezzogiorno, l’industrializzazione del territorio che ha attirato l’immigrazione di migliaia di persone provenienti da quasi tutte le regioni del centro e sud d’Italia. Così, ora ci troviamo trasformazioni del paesaggio naturale in quello più antropizzato dove si alternano città, industrie, campi agricoli e il bosco.

Ora, percorrendo i sentieri, possiamo notare le siepi vicino a noi come sono fatte? e che differenze notiamo? Se diamo uno sguardo più lontano vediamo che gli alberi sono più fitti, mentre avanzando ci sono anche delle piazzole di prati. Dando uno sguardo più attento quindi notiamo che in uno stesso ambiente ci sono “ambienti” diversi, ad esempio c’è una zona con tanti alberi, la zona con molti cespugli e una zona con prevalentemente prato. Non solo la vegetazione cambia, ma anche i tipi di animali che ci vivono cambiano. Immaginiamo un mosaico di un gruppo di case con ognuno una caratteristica comune tra loro, ma diversa tra gli altri gruppi di case. In base al modo in cui vivono con le loro abitudini, troviamo persone con caratteristiche diverse, così troviamo qui animali con abitudini, alimentazioni e caratteri diversi tra loro. Secondo voi questi abitanti così diversi del sughero vanno d’accordo o litigano per le loro differenze? Ebbene, nonostante noi umani combattiamo a causa delle nostre differenze, gli animali non solo di qui ma di tutto il mondo, riescono a trovare un equilibrio ed un’armonia vivendo insieme. Tutto questo è possibile perchè tra un’ ambiente e l’altro non c’è una netta distinzione come un confine o recinzione che li delimita, infatti non è evidente il cambiamento ma dobbiamo farci particolare attenzione. Esiste una zona di transizione che collega due ecosistemi diversi, adottando così la convivenza di tante diverse specie. Stiamo parlando dell’ ECOTONO. In questo punto, esistono specie particolari ed un altissimo grado di biodiversità. Queste sue peculiarità rendono l’ecotono indispensabile poiché proprio attraverso queste strutture avviene il collegamento fra ambienti molto diversi tra loro (boschi-prati, laghi-foreste, acque dolci-acque salate).

Pensate che anche noi stessi abbiamo intrecciato una relazione e contatto con qualcuno, con la natura ovviamente e che possiamo avere armonia e benessere con lei rispettandola nella sua diversità e magari farci anche amicizia. Secondo voi quindi è possibile? L’ambiente naturale è in continuo mutamento, è un flusso che scorre sempre anche se non ce ne accorgiamo. Se noi umani interrompessimo questo flusso costruendoci una strada che divide nettamente questa delicata e allo stesso tempo equilibrata rete, tutto questo si spezzerebbe. Non avendo più queste importantissime zone di transizione, non ci sarebbe più una biodiversità tale da far sopravvivere l’intera riserva. Senza biodiversità, la natura si sente fragile ed indifesa, attaccabile da qualsiasi evento e non avrebbe le energie e ne altrettanti strumenti per potersi difendere. Di conseguenza, basterebbe un soffio per esser totalmente distrutta.

UNA STRADA!

Il ciclo della vita non si ferma mai, qui tutto nasce cresce si riproduce, muore e si riusa e diventa di nuovo vita. Tutto ciò che muore di origine naturale serve come energia per altri microrganismi che servono a loro volta per altri esseri viventi e così via. Un ciclo con un equilibrio importantissimo che porta alla luce tutto ciò che vediamo intorno a noi.

Dentro la questa Riserva Naturale è importante segnalare anche la presenza di un coleottero unico al  mondo denominato “Allecula suberina” scoperto dall’Università Roma 3 (Proff. Carpaneto, Chiari e Zauli) e quella di Linköping (Proff. Novak e Jansson ) in onore della Sughereta di Pomezia. 

La Riserva ci procura ossigeno, vita e benessere; in quanto possiamo dedicare parte del nostro tempo respirando aria pulita e rilassandoci fuori dalla vita di tutti i giorni anche divertendoci. Una piccola oasi che ci fa respirare dall’apnea dei nostri peiodi di stress. Uno spazio di verde tra il blu del cielo ed il grigio della città, quindi perchè distruggerlo? Sarebbe come distruggere una parte di noi stessi.

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