Camminata verso la Sughereta, per scongiurare lo scempio!

Questa camminata ci aiuta ad avvicinarci un po’ nella nostra preziosa Riserva Naturale della Sughereta di Pomezia.

Cosa vediamo intorno a noi? Dove ci troviamo? In un bosco o in una foresta? Qual è la differenza? Il bosco è fatto da un terreno coperto da alberi prevalentemente d’alto fusto, arbusti ed erbe, le cui crescite sono solitamente controllate dall’uomo. Invece, la foresta è una superficie di terreno coperta soprattutto da alberi d’alto fusto che crescono spontaneamente, la cui crescita non è controllata dall’uomo. Qui ci troviamo infatti in un bosco misto di querce ed in particolare la protagonista di questa Riserva è la Quercus suber, detta da tutti la sughera, infatti, pensate che oggi la Sughereta di Pomezia è uno dei pochissimi esempi rimasti di questo habitat.

 In passato, è riuscita a sopravvivere all’agricoltura, alla pastorizia e allo sviluppo della città di Pomezia, dopo la bonifica, fino allo sviluppo attuale. Ovviamente, qui dove ci troviamo, non abbiamo solo ed esclusivamente la sughera, ma anche tantissime altre specie che vivono e creano questa bellissima casa! Pensate che tanto tempo fa questo tipo di habitat si estendeva per molti km, poi con l’aumento della popolazione di Roma e soprattutto dopo la bonifica, i terreni sono stati destinati a famiglie di Coloni, provenienti dall’estero e da altre parti del nord d’Italia, dando il via allo sviluppo dell’agricoltura. Dopo gli anni sessanta è iniziata, con la Cassa del Mezzogiorno, l’industrializzazione del territorio che ha attirato l’immigrazione di migliaia di persone provenienti da quasi tutte le regioni del centro e sud d’Italia. Così, ora ci troviamo trasformazioni del paesaggio naturale in quello più antropizzato dove si alternano città, industrie, campi agricoli e il bosco.

Ora, percorrendo i sentieri, possiamo notare le siepi vicino a noi come sono fatte? e che differenze notiamo? Se diamo uno sguardo più lontano vediamo che gli alberi sono più fitti, mentre avanzando ci sono anche delle piazzole di prati. Dando uno sguardo più attento quindi notiamo che in uno stesso ambiente ci sono “ambienti” diversi, ad esempio c’è una zona con tanti alberi, la zona con molti cespugli e una zona con prevalentemente prato. Non solo la vegetazione cambia, ma anche i tipi di animali che ci vivono cambiano. Immaginiamo un mosaico di un gruppo di case con ognuno una caratteristica comune tra loro, ma diversa tra gli altri gruppi di case. In base al modo in cui vivono con le loro abitudini, troviamo persone con caratteristiche diverse, così troviamo qui animali con abitudini, alimentazioni e caratteri diversi tra loro. Secondo voi questi abitanti così diversi del sughero vanno d’accordo o litigano per le loro differenze? Ebbene, nonostante noi umani combattiamo a causa delle nostre differenze, gli animali non solo di qui ma di tutto il mondo, riescono a trovare un equilibrio ed un’armonia vivendo insieme. Tutto questo è possibile perchè tra un’ ambiente e l’altro non c’è una netta distinzione come un confine o recinzione che li delimita, infatti non è evidente il cambiamento ma dobbiamo farci particolare attenzione. Esiste una zona di transizione che collega due ecosistemi diversi, adottando così la convivenza di tante diverse specie. Stiamo parlando dell’ ECOTONO. In questo punto, esistono specie particolari ed un altissimo grado di biodiversità. Queste sue peculiarità rendono l’ecotono indispensabile poiché proprio attraverso queste strutture avviene il collegamento fra ambienti molto diversi tra loro (boschi-prati, laghi-foreste, acque dolci-acque salate).

Pensate che anche noi stessi abbiamo intrecciato una relazione e contatto con qualcuno, con la natura ovviamente e che possiamo avere armonia e benessere con lei rispettandola nella sua diversità e magari farci anche amicizia. Secondo voi quindi è possibile? L’ambiente naturale è in continuo mutamento, è un flusso che scorre sempre anche se non ce ne accorgiamo. Se noi umani interrompessimo questo flusso costruendoci una strada che divide nettamente questa delicata e allo stesso tempo equilibrata rete, tutto questo si spezzerebbe. Non avendo più queste importantissime zone di transizione, non ci sarebbe più una biodiversità tale da far sopravvivere l’intera riserva. Senza biodiversità, la natura si sente fragile ed indifesa, attaccabile da qualsiasi evento e non avrebbe le energie e ne altrettanti strumenti per potersi difendere. Di conseguenza, basterebbe un soffio per esser totalmente distrutta.

UNA STRADA!

Il ciclo della vita non si ferma mai, qui tutto nasce cresce si riproduce, muore e si riusa e diventa di nuovo vita. Tutto ciò che muore di origine naturale serve come energia per altri microrganismi che servono a loro volta per altri esseri viventi e così via. Un ciclo con un equilibrio importantissimo che porta alla luce tutto ciò che vediamo intorno a noi.

Dentro la questa Riserva Naturale è importante segnalare anche la presenza di un coleottero unico al  mondo denominato “Allecula suberina” scoperto dall’Università Roma 3 (Proff. Carpaneto, Chiari e Zauli) e quella di Linköping (Proff. Novak e Jansson ) in onore della Sughereta di Pomezia. 

La Riserva ci procura ossigeno, vita e benessere; in quanto possiamo dedicare parte del nostro tempo respirando aria pulita e rilassandoci fuori dalla vita di tutti i giorni anche divertendoci. Una piccola oasi che ci fa respirare dall’apnea dei nostri peiodi di stress. Uno spazio di verde tra il blu del cielo ed il grigio della città, quindi perchè distruggerlo? Sarebbe come distruggere una parte di noi stessi.

La visita del Prof. Franco Tassi

Il 18 gennaio 2024, il Prof. Franco Tassi grande biologo naturalista, è venuto nella sede della associazione Comunità Pontina Parchi e Sistemi Naturali (CPPS) di Pomezia.

Sono state due ore nelle quali si è parlato di Natura e in cui il Prof. Tassi ha fatto scuola su aspetti biologico-naturalistici.

Ci ha portato in visione diversi esemplari di insetti della foresta pluviale Amazzonica (lepidotteri, coleotteri), un esemplare si può vedere nella foto.

Momenti di grande vibrazione, emozione e con quel romantico retrogusto delle vecchie scienze biologiche.

È stata anche una occasione per progettare, con la sua supervisione, iniziative fondamentali per il nostro territorio, che l’Associazione CPPS porterà avanti e di cui a breve si avrà notizia.

Il prof. Franco Tassi è autore di decine di libri sulla Natura, fauna, flora, parchi Naturali, riserve Naturali. (i suoi libri)

E’ stato direttore per 33 anni del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il più antico in Italia. E’ stato, per molti anni, docente di Ecologia applicata presso l’Università di Napoli e Conservazione della Natura presso l’Università di Camerino.

E’ stato l’ispiratore e realizzatore dell’unico protocollo d’intesa per un parco naturale italiano, il Parco Nazionale  d’Abruzzo, Lazio e Molise, con il più antico Parco Naturale del mondo, lo Yellowstone Park, negli Stati Uniti.

E’ esperto di Criptozoologia e Criptobotanica.

Fu amico del biologo scozzese, naturalizzato americano, Prof. Ivan T. Sanderson e dello zoologo belga Prof. Bernard Heuvelmans, cofondatori della Criptozoologia. Possiamo seguire una interessante conversazione tenutasi presso la TV City a dicembre del 2022 (qui la registrazione)

La Sughereta di Pomezia apre le porte alle scuole

Giovedì 11 maggio 2023 la nostra Associazione ospiterà i bambini della scuola primaria Andrea Baldi di Roma presso la Riserva Naturale Regionale della Sughereta di Pomezia.

Sarà una giornata di svago per i bambini ma altamente educativa. Essi saranno accompagnati a visitare il bosco con le sue meraviglie naturali e sarà loro illustrata anche la storia di questo antichissimo territorio con i suoi miti e le leggende che lo caratterizzano.

Attraverso il gioco apprenderanno il mondo affascinante della natura e le fondamenta di una corretta educazione ambientale.

La giornata a loro dedicata sarà solo il primo passo verso un percorso che durerà un intero anno durante il quale essi saranno protagonisti, insieme alla nostra Associazione, di un progetto volto alla diffusione della cultura e del rispetto ambientale.

Habemus Dune a Torvajanica

Ricevuto in redazione dall’ Architetto Cristiano Casafina incaricato dal Comune di Pomezia per la realizzazione del progetto del quale è coordinatore di un nutrito team di esperti. L’Associazione CPPS sostiene il Progetto di rinaturazione della costa di Torvajanica per ripristinare il sistema dunale prezioso per la conservazione delle spiagge.

“Il progetto Habemus Dune è alle porte, mi scuso, ma in questo momento è impossibile far veicolare queste comunicazioni dal sito del Comune di Pomezia, dove questo lavoro è inserito e dove dovrebbe essere veicolato .

Stiamo preparando ed organizzando il lavoro.

Gli approfondimenti sono importanti, soprattutto sul tema dell’eradicazione (rimozione delle specie aliene. ndr).

Invito tutti quelli che mi seguono a condividere queste mie comunicazioni sulla vostra pagina.

Più si andrà avanti e più si faranno incontri o spiegazioni di tutto quello che si farà.
Il nostro Comune diventerà un test importante sulle modalità di intervento. Non mancheranno critiche sul perchè si rimuovano piante così belle.
In tutte le isole del Mediterraneo sono cominciate da anni le eradicazioni delle specie Invasive .

Queste pubblicazioni, che presento, sono alcuni dei documenti SCIENTIFICI da poco pubblicati che ne spiegano le motivazioni e sono per me strumento di lavoro.

(seleziona l’immagine per scaricare il documento)

Si può acquistare se schiacci sulla copertina presso Aracne editrice

In questi anni ho ascoltato tutti e continuerò a farlo, ma  è arrivato il momento  di agire a difesa della biodiversità.

Vi aspetto nelle spiagge in cui interverremo.

Presto vi comunico le date ed i luoghi.

Arch. Cristiano Casafina”

Le dune di Torvajanica vanno tutelate

impianto dunale e macchia mediterranea

I Cittadini di Pomezia sollevano proteste e così le 4 Associazioni maggiormente rappresentative della tutela e rispetto naturalistico nel territorio, hanno presentato un esposto conseguente al devastante intervento su un impianto dunale e macchia mediterranea presente sul lungomare delle Meduse.

Di seguito è riportato il testo dell’esposto sottoscritto dalla nostra Associazione CPPS – Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali APS, dal WWF litorale Laziale, dall’Associazione Latium Vetus APS, e dall’AST Associazione Sviluppo Torvajanica.

Testo

Agata ci ricorda l’anniversario della nascita

Il 3 dicembre 2022, la signora Agata Meuti, nostra socia, scrive questo messaggio nella chat dell’Associazione CPPS:

“Cari tutti, volevo condividere con voi il trentennale dalla fondazione del Comitato Promotore per il Parco del Sughereto che cade proprio oggi! Grazie ancora a tutti coloro che hanno messo la prima pietra per questo importantissimo progetto. Un progetto che ha dato alla collettività il gioiello più splendente del territorio. Il mio augurio è che noi impegnati da trent’anni, lotteremo ancora per rendere il nostro meraviglioso parco un’opportunità comune, esempio di rispetto e amore per l’ambiente”.

Questo messaggio, sinceramente inaspettato, mi ha fatto tornare indietro a quella sera del 3 dicembre 1992, a Torvaianica in Via Sebastopoli, 14, dove, invitati alcuni amici, ho proposto loro di creare un Comitato Promotore per la salvaguardia della Sughereta. Era una proposta tutta in salita che avrebbe potuto scoraggiare chiunque ma che, invece, è stata la molla per far nascere un entusiasmo che ancora oggi perdura. Grazie a questo sparuto gruppo di temerari è stato possibile diffondere una sensibilità collettiva che, poco per volta, ha condotto alla legge regionale che ha istituito la Riserva che oggi conosciamo.

Ad Agata Meuti, quindi, voglio rispondere così:

“Grazie Agata per aver ricordato questa data importante e grazie a tutti quegli amici, a partire da tua mamma, che, con tenacia ed entusiasmo, hanno creduto ad un sogno e che, per realizzarlo, si sono impegnati in tutti questi anni con passione e caparbietà. Auguri a tutte queste persone. Dobbiamo tuttavia essere consapevoli che una parte di quel sogno è ancora da completare. Questo è ancora nostro compito ma per realizzarlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e soprattutto di una nuova visione dei problemi a cui si devono accompagnare modalità di azione diverse e più incisive. Dobbiamo essere consapevoli che le limitazioni che si oppongono alla nostra attività non derivano da problemi oggettivi legati al pezzo di territorio che vogliamo salvaguardare quanto invece dall’insensibilità, l’indifferenza e talvolta l’ignoranza di chi ha il potere e il dovere di salvaguardare e valorizzare il gioiello di cui tu parli ma che nulla fa, apparendo troppo spesso sordo e cieco”.

                                                                                  Giampiero Castriciano

                                                                        Presidente Associazione CPPS

Gianluca Ciampi ci illustra le opere di L. Cercatore

La letteratura sull’Ambiente e sulla sua sua tutela ha un gran numero di pubblicazioni. La nostra Associazione CPPS- Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali annovera tra i suoi iscritti, facente parte anche del Consiglio Direttivo, Gianluca Ciampi, agronomo ecologista, con passioni quali la matematica antica, la musica, la letteratura, ecc.. e anche scrittore in arte L. Cercatore.

A lui abbiamo chiesto di raccontarci delle sue opere recenti in particolare del libro “Suolo e Salute – Le radici della sostenibilità” ( a breve in libreria) per il quale ha contribuito alla traduzione dall’originale inglese “The Soil and Helth” di Albert Howard.

  • Gianluca Ciampi, o preferisci lo pseudonimo con il quale firmi le tue opere, ci parli della preziosa guida alla salute della terra, del suolo sul quale è possibile coltivare qualsiasi cosa facendolo nel modo giusto e rispettandolo.

“Grazie per questa opportunità che la nostra Associazione CPPS mi offre con la visibilità sul sito internet. Intanto lo pseudonimo nasconde un velo di mistero perchè da ambientalista sono sempre in cerca di soluzioni a basso impatto ambientale. Gli amici mi hanno una sera accusato di avere sempre la testa in cerca di qualcosa. Mi è piaciuto e praticamente l’ho adottato per firmare i miei scritti. Tornando allo scopo di questa chiacchierata:

 Suolo e Salute di Albert Howard

Sintetizzare il lavoro di Howard in poche parole è un’impresa. E’ stato micologo e botanico nelle Indie occidentali e poi in quelle orientali nella prima parte del secolo scorso. Può essere dichiarato il padre dell’agricoltura biologica e del compostaggio (metodo “Indore”) Conoscitore delle leggi della Natura, dei suoli di mezzo mondo, dei microrganismi del terreno e delle interrelazioni positive con le radici delle piante, determina la premessa alla salute delle piante stesse. Le piante portano salute al bestiame ed infine all’uomo rinforzando le sue difese immunitarie.

  • Gianluca , illustraci come ci indica le linee da seguire

“Il sottotitolo che abbiamo usato “le radici della sostenibilità” è indicativo, sia per il senso oggettivo in sé che ci dice quale è la vera sostenibilità, parola ormai inflazionata ed entropizzata, allo stesso tempo ci indica che la salute parte dalla salute del suolo e delle radici delle piante. Howard ci spiega anche il problema dell’erosione dei suoli prendendo spunto dai lavori virtuosi in Giappone e mostrando le soluzioni per le piene disastrose in Cina, nel secolo scorso. Il libro, ultimo suo lavoro, è una sorta di viaggio della sua vita, di tutte le specie coltivate che ha potuto conoscere, insieme alla prima moglie, anche essa botanica ed esperta dal 1902 di fotosintesi, passarono 25 anni in India, tra cotone, grano, te’, frutti tropicali e tanto altro. Lei morì a Genova nel viaggio di ritorno. Conosceva l’agricoltura in Africa (principalmente quella britannica) dove era anche stato. Ha occupato ruoli di responsabilità per quello che è stato l’Impero più grande dell’era moderna, ma sempre con occhio vigile verso il banditismo che molti praticavano sfruttando popoli e terreni, critico ad un certo approccio scientista ed al proliferare della chimica in agricoltura. Seppure con un interesse all’economia agraria si opponeva alla logica del profitto.

  • Quindi ha dichiarato guerra alla chimica che interferisce con i processi naturali

“Certo. Non si è mai fermato in questa sua convinta e motivata condanna. Ha continuato in tarda età, dall’Inghilterra, ad interagire con tutti i pionieri dell’agricoltura biologica: oltre all’India ed al Sud Africa, Malesia, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti ecc.. Ci ha lasciato molti anni fa un’eredità che oggi crediamo sia il caso di riconsiderare nella sua pienezza.

  • Quindi un libro da leggere per imparare in pratica come interagire con la Natura senza farle del male o come dici tu a far parte della Natura. Ma veniamo al tuo libro, scusa di L.Cercatore. Sembra che tu voglia avvicinare il lettore con un approccio avventuroso. La cosa mi incuriosisce.

“Ecco, sì, in effetti cerco, da cui lo pseudonimo, dei punti di interesse per il lettore curioso di scoprire … come va a finire. Ha la vena del giallo.

Doppio Arbelo

Un ecologista Vincenzo viene coinvolto da un vecchio amico Sandro, un piccolo detective, nel tentare la soluzione di un omicidio di un giovane frate, si crea così una coppia di investigatori. I due sono molto diversi tra loro e tra Lazio ed Umbria dovranno sbrogliare un’intricata matassa, legata ad un gruppo di studiosi: filosofi, matematici, religiosi e altri alla ricerca della vera conoscenza, tra inquinamento,  furti d’arte, imprenditori d’assalto, pezzi di storia passata e le solite incomprensioni umane.

  • Sì, Gianluca ha poi una morale?

“L’approccio ecologico non si riduce ad un’osservazione dell’ambiente, ma anche dei giochi della mente umana (cito Bateson da Verso un’ecologia della Mente). In un ritmo incalzante basato sui dialoghi tra i vari personaggi il protagonista principale Vincenzo, cercando di tenere tutto unito, ci porta dall’assassino.

  • Bene forse è meglio non anticipare troppo il finale. Diciamo che il libro va acquistato per l’intrigo, lo spirito ambientalista e per il piacere della lettura.
  • L’associazione CPPS ti ringrazia per il tuo impegno, il tuo estro e perché sei iscritto con noi. Salutiamo tutti i lettori.

Salvatore Pignalosa ha intervistato Gianluca Ciampi (L.Cercatore) scrittore

Info per l’acquisto: Doppio Arbelo Doppio Arbelo Doppio Arbelo Doppio Arbelo Suolo e Salute (versione inglese)

Un disastro per i pini storici di Roma

Ci associamo a questo comunicato stampa emesso da tante importanti associazioni di Roma che chiedono un intervento immediato.

COMUNICATO STAMPA 28 gennaio 2022

Le Associazioni scriventi denunciano la grave situazione relativa alle potature ed agli abbattimenti delle alberature in città e nelle ville storiche di Roma. Tali azioni sono contrarie a quanto stabilito dallo stesso Regolamento del Verde della città ed a quanto necessario per la vita e la salute di alberature e cittadini.

Assistiamo a vere e proprie capitozzature e molti abbattimenti di alberi sani, questo impoverisce il nostro patrimonio e minaccia indirettamente la salute di tutti.

In particolare, per quanto riguarda gli alberi di specie Pinus pinea, registriamo, non solo, dannose potature che ne compromettono la stabilità, la longevità e riducono l’attività di abbassamento delle temperature e dell’inquinamento, ma anche ad interventi di taglio su alberi verdi già curati con endoterapia.

Ricordiamo che le cure endoterapiche, sui pini affetti da Toumeyella parvicornis, che hanno dimostrato straordinaria efficacia in questi ultimi 2 anni, sono effettuate da parte dello stesso Comune di Roma o di cittadini attraverso raccolte fondi spontanee. Vogliamo sottolineare che le potature dei rami riducono l’efficacia delle terapie stesse e che gli investimenti dovrebbero essere diretti preferibilmente alle cure endoterapiche che hanno dimostrato negli ultimi anni effetti positivi.

Tali cure oggi sono l’unica priorità per la salvaguardia di tale patrimonio arboreo, esse permettono di contrastare la Toumeyella Parvicornis che colpisce i Pinus pinea( il parassita dal 2018 mina la sopravvivenza di migliaia di alberi) e possono fermare anche l’espansione della malattia nel resto d’Italia.

Il Pinus pinea, detto anche pino domestico, in Inghilterra Pino romano, non necessita affatto di potature se non per la semplice rimonda del secco che va effettuata da esperti, con cautela e mai durante il periodo della cura endoterapica.

Assistiamo invece ad interventi invasivi sui grandi Pini romani e pertanto inutili, nocivi, in contraddizione con la stessa volontà espressa dal sindaco Gualtieri e dall’Assessora Alfonsi di intervenire per “preservare e curare” i pini della Capitale.

Gli stessi Rappresentati dei cittadini, incaricati da pochi mesi, hanno parlato spesso, anche prima di essere eletti, di 6 milioni di euro da investire subito nella cura endoterapica e di una task force dedicata al problema, in ottemperanza al decreto di lotta obbligatoria emergenziale Mipaaf del 3 giugno 2021.

Ci preoccupano le dichiarazioni comparse sulla stampa di questi giorni da parte dell’assessore del II Municipio Rino Fabiano, di voler sostituire piante adulte con piante molto giovani. Un pino di 80 anni è un albero adulto non vecchio né a fine vita e può vivere fino a 150 anni, se in buone condizioni ambientali anche 200, il suo aspetto ed i benefici che produce non hanno nulla a che vedere con pini di 3 o 4 anni. Non possiamo trasformare l’aspetto di una città da oggi ai prossimi 100 anni secondo la logica delle sostituzioni.

A fronte di queste affermazioni ribadiamo le insostituibili attività di purificazione dell’aria e di abbassamento delle temperature che svolgono alberi di prima grandezza.

Per questi alberi grandi e sempre verdi chiediamo la massima tutela.

Agronomi esperti in arboricoltura ed esperti sulla vita dei Pinus pinea di fama internazionale (dott. Cantiani, dott. Morelli), contrariamente a quanto riportato sulla stampa, attraverso la dichiarazione del Presidente dell’Ordine Flavio Pezzoli, confermano che: la presenza dei pini in città e nei parchi è assolutamente auspicabile non solo per motivi paesaggistici ma anche per i benefici ambientali che sono in grado di portare.

In quanto organismi viventi, gli alberi di prima grandezza vanno curati e preservati il più possibile.

A Roma, poi, il Pinus pinea “adulto” di almeno 80 anni, caratterizza il paesaggio urbano, ha un grande valore storico, artistico, identitario, culturale ed è insostituibile. Gli abbattimenti di questi alberi causerebbero una trasformazione del paesaggio traumatica per tutti i cittadini e da moltissimi punti di vista sarebbero un danno ambientale senza precedenti per la città ed i suoi abitanti.

Un gigante di 80 -100 anni non ha nulla a che fare con un Pinus pinea alto 2 metri, dell’età di 2-3 anni, sono realtà diverse dal punto di vista estetico, biologico ed ambientale.

In questi giorni assistiamo anche alla sostituzione di Pini romani con altre specie arboree (cipressi e lecci) in zone verdi (per esempio Villa Ada, Villa Borghese e Villa Balestra), sostituzioni che non salvaguardano le caratteristiche paesaggistiche e non sono in grado di portare gli stessi benefici, sostituzioni che non rispettano i vincoli della Soprintendenza visto che avvengono soprattutto in ville storiche tutelate.

Chiediamo ancora una volta alle istituzioni comunali e regionali di intraprendere azioni immediate di tutela del Pinus pinea nella città di Roma, lungo il litorale e nell’agro romano e l’interruzione delle: inutili, spesso dannose e sempre molto costose attività di drastica potatura.

Chiediamo anche la sospensione degli abbattimenti, se non a causa di ragioni gravissime. Abbattere un Pinus pinea grande e maestoso equivale ad impoverire Roma di un tesoro inestimabile. Purtroppo le perizie non tengono conto del fatto che il pino può crescere inclinato ed essere ugualmente fonte di immensi benefici, non essere pericoloso né pericolante ma, al contrario giovare all’umore di chi lo guarda e alla salute fisica di chi lo respira.

Oggi basta una perizia visiva (VTA) a decidere l’abbattimento di alberi anche in piena fioritura, alberi che portavano benefici ai cittadini, questo è l’uso di ditte autorizzate ad effettuare i lavori di “cura” del verde.

“Neve, pioggia, vento, i pini non perdono mai il loro colore, in ogni stagione. In giapponese si chiamano matsu (parola che significa anche aspettare), si dice che il loro nome derivi dalla capacità di attendere pazientemente, senza cambiare… Dal lontano passato il pino è stato sempre annoverato tra i tre alberi che possono meglio sopportare il più freddo degli inverni.” Daisaku Ikeda (La famiglia creativa)

Proteggiamo insieme i grandi e forti alberi che da secoli rendono bella, vivibile, piena di ossigeno, colore e profumo la città.

Firme: Gran parte dei Cittadini firmatari della lettera aperta ad sindaco Gualtieri.

Firme delle Associazioni:

Associazione Amici di Villa Pamphilj

GUFI

L’Altritalia Ambiente

Salviamo i paesaggio di Roma e Lazio

Comitato Villa Glori

Comitato Beni Comuni 12

Cantiere la Tela

Vittorio Emiliani Comitato per la bellezza

RespiroVerde Legalberi

Associazione educazione al benessere

Associazione Grandi Laboratori Riuniti APS

GASP Reti di Pace

Comitato proprietari cani Villa Pamphilj

Zona Verde Villa Pamphilj

Associazione La capriola

Arte più

Associazione Vitadidonna

Coordinamento “Salviamo gli Alberi di Pescara”

Archeoclub di Pescara –

Ecoistituto Abruzzo

Italia Nostra sezione “Lucia Gorgoni” di Pescara

Mila Donnambiente

Le Majellane

La Galina Caminante

CONALPA delegazione Pescara Chieti

Comitato Strada Parco Bene Comune

AIAPP LAMS

FIAB Pescara Bici

Associazione ASTRA

Centro DEVA

Comitato Oltre il Gazebo

Touring Club sezione di Pescara –

Associazione Ville e Palazzi Dannunziani

WORLD CLEANUP DAY 2021

Sabato 18 settembre 2021, l’Associazione  CPPS , aderendo alla giornata mondiale “ WORLD CLEANUP DAY 2021” ha pensato di promuoverla invitando le persone che entravano a passeggiare nella Riserva della Sughereta di Pomezia, a raccogliere i rifiuti che incontravano nel loro percorso.” Ci comunica la Vice Presidente Odilla Locatelli, e prosegue “ Per agevolare la buona volontà di tutte le persone, direi la totalità di quelle alle quali ci siamo rivolte, abbiamo distribuito le buste e i guanti che ci sono stati riconsegnati al termine della loro passeggiata. Ora la riserva è più pulita, resta solo da pulire la parte dove si è sviluppato l’incendio questa estate e che, naturalmente, ha evidenziato tutti i rifiuti che erano nel sottobosco, e che naturalmente non viene più molto frequentata.”

L’immondizia che si trova fuori dai sentieri sotto i cespugli non è facile da rimuovere e sarebbe necessario un intervento più radicale coadiuvato anche da attrezzi e mezzi meccanici per rimuovere anche tubazioni dismesse, pali di cemento ecc..

Ancora la Vice Presidente “Abbiamo potuto constatare alcune problematiche che dovrebbero essere affrontate e risolte in modo che la nostra bella oasi verde diventi sempre più accogliente. Vista la grande frequentazione di persone che portano a spasso i loro cani ci chiediamo se venga rispettata la legge sul giusto comportamento dei loro padroni

La legge indica, per esempio, che:

  1. Il cane va portato sempre al guinzaglio;
  2.  Il padrone deve avere con se la museruola semmai dovesse servire;
  3.  Gli escrementi dell’animale vanno raccolti e messi nell’apposito sacchetto.

Prosegue la Vice Presidente “Ci viene fatto notare che, purtroppo, i vialetti sono sempre più disseminati di escrementi,  e talvolta, chi ripone gli stessi nel sacchetto poi lo butta lungo il percorso.
Mancano i secchi per la raccolta differenziata e fra questi ci dovrebbe stare anche quello per i rifiuti speciali.  A questo proposito ci siamo domandati come mai un comune dove viene eseguita, pregevolmente, la raccolta differenziata porta a porta, non abbia negli spazi pubblici, i raccoglitori di rifiuti differenziati
. “

Il giusto comportamento dei cittadini va anche agevolato dalla possibilità di gettare i rifiuti negli appositi contenitori.

E riprende il discorso “Un’altra cosa che è veramente incredibile è che non ci siano dei servizi igienici a disposizione di chi, trovandosi lontano da casa, magari con dei bambini, ne abbia necessità.”

E concludendo “Non possiamo dire chi degli Enti responsabili della Riserva debba intervenire per risolvere questi piccoli problemi, ma ci auguriamo di potere contribuire anche solo segnalando le mancanze e le disattenzioni da parte di questi per poter avere quanto prima una bella Riserva pulita e organizzata come quelle che abbiamo visitato altrove.

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